Passo del San Bernardino-Passo dello Spluga

 

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Passo del San Bernardino

Il passo del San Bernardino è un valico alpino nel cantone dei Grigioni in Svizzera. Esso è uno degli spartiacque tra la Regione geografica italiana e il mondo alpino che ha fiumi tributari dell'Oceano Atlantico.

Prende nome dal piccolo villaggio di San Bernardino, frazione di Mesocco posto a un'altitudine di 1600 ml.m., a sud del passo. Alla fine del XV secolo vi venne eretta una cappella dedicata a San Bernardino da Siena e da allora il paese e poi il passo, portano il suo nome. Nei tempi antichi la località era conosciuta come Mons Avium ("Monte degli uccelli"), denominazione che ancor oggi permane, con la forma Pizzo Uccello o (in tedesco) Vogelhorn, come nome del monte che sovrasta il passo. Dal paese di San Bernardino si apre l'imbocco della galleria stradale che permette di evitare l'ascesa al passo. Questo traforo venne ultimato nel 1967 e collega tutto l'anno la valle del Moesano a sud con la valle del Reno Posteriore (in tedesco Hinterrhein) a nord.

Questo valico divenne di importanza europea solo a partire dal XV secolo, quando venne realizzata una strada che permetteva di superare le due strette gole poste a nord del passo, tra Splügen e Thusis. Questa strada prese il nome di Via Mala. Agli inizi del XIX secolo venne realizzata su questo valico una delle prime strade alpine di concezione moderna, essa fu voluta dal Canton Grigioni, fu possibile realizzarla grazie anche ai finanziamenti ricevuti dal Regno di Sardegna. I Grigionesi avevano fiutato i vantaggi di un valico che permetteva al traffico proveniente dal Piemonte e dal porto di Genova di arrivare nella Valle del Reno, senza passare da strade controllate dall'Austria.

 

Il Passo dello Spluga

Il Passo dello Spluga, (Splügenpass in tedesco, Pass dal Spleia o Pass dal Splegia in romancio), è uno dei più importanti valichi dell’arco alpino, conosciuto fin dall’antichità per il suo agevole transito. Posto sul confine italo-svizzero a 2.114 m, mette in comunicazione l’alta Valle Spluga con la valle del Reno superiore (Rheinwald).

La sua importanza non è solo storica e logistica ma anche geologica, in quanto divide la falda Tambò a ovest con la falda Suretta a est. Tradizionalmente divide le Alpi Lepontine dalle Alpi Retiche e, secondo la tradizionale bipartizione delle Alpi in uso negli altri Paesi della catena alpina, ripresa dalla classificazione SOIUSA, divide le Alpi Occidentali dalle Alpi Orientali.

Il toponimo “Spluga”, diffuso in molte parti dell’arco alpino, farebbe riferimento al termine latino “spelunca” ovvero grotta, a segnalare la presenza di caverne probabilmente abitate da fauna selvatica, in particolare orsi.

I ritrovamenti presso il vicino Pian dei Cavalli di insediamenti preistorici dell’età della pietra, potrebbero far supporre un uso del passo ben antecedente a quello che i Romani misero in atto: con essi lo Spluga assunse notevole importanza commerciale e strategica, grazie anche alla costruzione di un tracciato lastricato che ne agevolasse il transito, detto appunto Via Spluga, che oggi è stato in parte restaurato e reso percorribile, e che in pratica venne utilizzato fino all’apertura della strada carrozzabile ad opera degli Austriaci, nel 1821, ancora oggi seguita nel percorso dal moderno tracciato automobilistico. L’agevole transito di cui ha sempre potuto godere il valico ne ha sempre determinato l’importanza politica, e la volontà dei diversi dominanti della zona di ottenerne il totale controllo: dopo i Vescovi di Coira, di Como e il Ducato di Milano, riuscirono nell’intento i Grigioni, tra il ‘500 e il ‘700, periodo nel quale il valico conobbe un aumento del traffico in transito anche grazie al miglioramento dello stesso, con l’apertura di più agevoli varianti al vecchio tracciato e dunque un collegamento veloce tra le due importanti città di Chiavenna e Coira oltreché, come nel passato, tra la Pianura Padana e l’oltralpe germanico. Successivamente, fu l’impero napoleonico ad entrare in possesso del passo: di questo periodo (dicembre 1800) è la drammatica traversata del valico delle truppe francesi in discesa verso l’Italia, comandate dal generale Macdonald. Con i già citati Austriaci il Passo dello Spluga raggiunse probabilmente l’apice della propria importanza commerciale ma, paradossalmente, anche la rapida decadenza: crebbero d’importanza il vicino Passo del San Bernardino e il Passo del San Gottardo, questo soprattutto con l’apertura del traforo ferroviario e il primo, in tempi più recenti, con l’autostrada e il traforo stradale. Tuttavia oggi il passo (chiuso generalmente dai primi di Novembre ai primi di Maggio) risulta sempre molto frequentato e trafficato, rappresentando una interessante tappa turistica per chi scende in Italia o ritorna verso il Nord Europa nonché, più praticamente, un’alternativa al passaggio dai sempre affollati valichi doganali tra Como e Chiasso.

Il Passo dello Spluga è assai frequentato, nella bella stagione, soprattutto dai turisti vacanzieri che vi transitano provenendo dai cantoni della Svizzera tedesca, dalla Germania e in genere dal Nord Europa per scendere in Italia. Il suo paesaggio d’alta quota, la vicinanza di imponenti vette, la presenza sul versante italiano del pittoresco villaggio di Montespluga e del bel bacino artificiale omonimo fanno della zona del passo una apprezzata tappa lungo il viaggio. Molto sviluppata è la rete sentieristica verso le vette e le mete alpinistiche attorno al passo, dal quale ha inizio la via normale di salita verso il Pizzo Tambò, una delle cime più frequentate delle Alpi Lepontine; da ricordare è la Via Spluga, percorso escursionistico transfrontaliero nato con la collaborazione di diverse entità italiane e svizzere per la riscoperta storica e la valorizzazione turistica dell’antico tracciato del valico. Ugualmente da citare è la notevole frequentazione scialpinistica della zona, con numerosi itinerari di ogni difficoltà, agevolata dalla presenza spesso abbondante di neve e dalla sua permanenza fino a primavera inoltrata. I centri più prossimi al passo e maggiormente sviluppati turisticamente sono Madesimo, sul lato italiano, e Splügen su quello svizzero, entrambe località di villeggiatura estiva e attrezzate stazioni di sport invernali.