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Il Colle del Ghisallo
Il Colle del Ghisallo
(comune di Magreglio) è un valico stradale che collega la Valassina con la parte
alta del Triangolo Lariano. Il punto di valico, a quota 754 m s.l.m., fa parte
del comune di Magreglio. A pochi metri dal valico si trova una piccola chiesa:
il Santuario della Madonna del Ghisallo. Il suo nome (secondo un'antica
leggenda) deriva da un certo Ghisallo il quale in epoca medievale in quel luogo
fu assalito dai briganti e fece voto alla Madonna di costruire una chiesa in suo
onore se fosse scampato.
La salita del Ghisallo (dal versante nord) viene tradizionalmente percorsa dal
Giro di Lombardia ed è anche stata più volte inserita nel tracciato del Giro
d'Italia. Per questo motivo la Madonna del Ghisallo è particolarmente venerata
dai ciclisti, e nel 1948 il papa Pio XII la proclamò Patrona universale dei
ciclisti. Nell'occasione una fiaccola votiva, benedetta dal Papa, fu portata da
Roma al santuario da una staffetta di ciclisti; gli ultimi due tedofori furono
Bartali e Coppi.
A fianco del santuario sorge il Museo del ciclismo (vedi sotto); nel piazzale
antistante vi è il monumento al ciclista.
Si può salire al Santuario da due versanti. Quando parlano di "Ghisallo" o
"Madonna del Ghisallo" i ciclisti intendono quasi sempre la strada che sale da
Bellagio (versante nord), che presenta la salita più impegnativa.
Dal bivio della strada statale 583, all'uscita da Bellagio, essa presenta un
tratto di circa 4 km di salita, seguito da circa 3 km in piano con brevi tratti
di discesa, quindi ancora 1.5 km circa di salita fino al Santuario. Il
dislivello complessivo è di poco meno di 500 metri; il punto di valico è a 754 m
di altitudine. I tratti di salita presentano una pendenza abbastanza costante
con una media poco inferiore al 9% e punte fino al 14%; comprendendo anche il
segmento pianeggiante, la pendenza media è del 5.5% circa. Vi sono molti
tornanti specie nel tratto finale. La strada è quasi tutta immersa nel bosco. I
migliori professionisti riescono a compiere il percorso in meno di 20 minuti
(Paolo Bettini ha impiegato circa 19'30" nel Giro di Lombardia 2005).
Una variante più impegnativa è nota come "Superghisallo": la denominazione venne
coniata dalla Gazzetta dello Sport presentando il percorso della 55ª edizione
del Giro di Lombardia, nel 1961.[1] Si parte da Bellagio e si segue la strada
principale fino a Guello (dove termina il primo tratto di salita); qui si svolta
a destra, in direzione Monte San Primo, lasciando a sinistra il tradizionale
percorso verso il Santuario.[1] Dopo un tratto di 500 metri in falsopiano, da
Cernobbio inizia una salita che, superata la frazione di Pra' Filippo, porta,
dopo circa cinque chilometri complessivi (6-7% di pendenza media con punte del
10-11%), ai 975 metri s.l.m. di località Pian Rancio.[1] Al bivio si svolta a
sinistra e si raggiunge, dopo circa quattro chilometri di discesa, il piazzale
del Santuario.[1]
Il versante opposto (versante sud), che raggiunge Magreglio da Erba attraverso
Canzo e Asso (una variante raggiunge Canzo provenendo da Pusiano; un'altra sale
da Onno per Valbrona ricongiungendosi sopra Asso), sale molto più dolcemente,
presentando difficoltà significative (pendenza fino al 10%) solo nell'ultimo
chilometro e mezzo.
Da Asso è possibile anche salire alla Colma di Sormano (quota 1124 m),
percorrendo la strada principale (circa 9 km con pendenza media intorno all'8%)
oppure attraverso il durissimo Muro di Sormano, recentemente riasfaltato.
Il Museo del ciclismo
Statua di Coppi e Bartali nel piazzale del Santuario della Madonna del Ghisallo
Da molti decenni vi è tra i campioni del ciclismo (soprattutto italiani, ma non
solo) l'usanza di donare propri cimeli al Santuario del Ghisallo: tra questi vi
sono ad esempio le biciclette usate da Bartali, Coppi e Merckx nelle loro
vittorie al Tour de France, la bici speciale usata da Moser per il record
dell'ora, e diverse maglie rosa, gialle e iridate.
Negli anni novanta questi cimeli erano ormai tanto numerosi da non trovare più
posto nella piccola chiesetta: è stato perciò ideato il progetto di un Museo del
ciclismo, da erigere a fianco del santuario. A presiedere il comitato per la
realizzazione del museo è stato chiamato Fiorenzo Magni. Dopo varie lungaggini,
il museo è stato finalmente inaugurato il 14 ottobre 2006, in occasione del Giro
di Lombardia 2006, con una cerimonia alla quale hanno partecipato diversi
campioni del presente e del passato.
Il museo si sviluppa su tre piani e comprende anche una raccolta multimediale di
materiale sul ciclismo. I cimeli più importanti continuano comunque ad essere
esposti nella chiesa del Santuario.
Nel piazzale del Santuario c'è la statua di due grandi ciclisti, Coppi e Bartali.